- Ma
perché scrivi? Tanto non diventerai mai uno scrittore
- e
tu perché giochi a calcio? Pensi di diventare un calciatore?-
-
eh, ma io lo faccio per divertirmi…-
-
anch’io scrivo per divertirmi-
Vincenzo D’Ascanio 15 marzo 2008
La prefazione di un libro ha spesso una funzione metaletteraria, ovvero raccontare la storia del romanzo dalla genesi alla stesura finale. Si tratta di inserire una lente, un filtro che preservi il lettore da un inizio ex abrupto, un salvagente che gli permetta di galleggiare per qualche istante, prima di immergersi nella narrazione. Sfortunatamente, le motivazioni che hanno spinto l’autore a scrivere il suo romanzo mi sono sconosciute, di contro conosco bene la storia di come questo testo si è trasformato in libro.
“Valeria e le cattive compagnie”, è infatti il vincitore
della prima edizione del Premio letterario Città di Dolianova, un concorso ideato
per i scrittori emergenti, che non sempre riescono ad affermarsi attraverso i
canali tradizionali. Lungi dal volersi improvvisare dei talent scouts, l’amministrazione
comunale, grazie all’ausilio di una giuria, ha cercato di portare
all’attenzione di qualche casa editrice sensibile gli scritti di alcuni autori
esordienti e dopo aver terminato la lettura dell’opera di Vincenzo, non mi è
difficile comprendere perché la Commissione l’abbia scelta.
Il libro, presenta la classica struttura
circolare, all’interno della quale sia apre un lunghissimo flashback che ripercorre gli anni giovanili
del protagonista, caratterizzati dall’amore per Valeria e dalla passione
politica, due elementi che lo accompagneranno nel passaggio dall’adolescenza
all’adulta. Il tema del passaggio, o per meglio dire del cammino, segna la
traiettoria percorsa dal racconto, e lo stesso viaggio, intrapreso da Lorenzo
dai suoi amici a bordo di una roulotte, non è altro che la metafora del
tragitto che ciascun personaggio dovrà compiere per ritrovare se stesso.
Gli ambienti cagliaritani,
il Bastione, il mercato di via Quirra ed il quartiere San Michele, vengono
sapientemente descritti attraverso le persone che li abitano, lo stesso accade
con il collettivo studentesco e con il circolo del partito, dove Lorenzo
incontrerà i suoi compagni di ventura. Dal
finestrino della roulotte, che attraversa la Sardegna da un capo
all’altro, scorrono le immagini di paesaggi piuttosto variegati, espressione di
un territorio rurale, segnato dalla povertà e dalla arretratezza, in netto
contrasto con la vivacità della vita cittadina.
Non mancano infine i riferimenti agli eventi più recenti della storia
d’Italia: il G8 di Genova e quello dell’Aquila, irrompono nella storia narrata
e nelle vite dei protagonisti, ancorandoli fortemente all’attualità.
Un romanzo avvincente e ben
costruito, un autore giovane, ma già capace di affascinare con il suo racconto,
un piccolo gioiello che abbiamo cercato di valorizzare con il nostro concorso
letterario, una goccia nel mare, un piccolo passo in una lunga strada.
Contributo di Betty Cara, (Assessore alla Pubblica Istruzione e
Cultura "Comune di Dolianova", amministrazione banditrice del concorso letterario).
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