"È sbagliato giudicare un uomo dalle persone che frequenta. Giuda, per esempio, aveva degli amici irreprensibili."

( Ernest Hemingway)

venerdì 29 marzo 2013

Prefazione.




 - Ma perché scrivi? Tanto non diventerai mai uno scrittore
  - e tu perché giochi a calcio? Pensi di diventare un   calciatore?-                                      
 - eh, ma io lo faccio per divertirmi…-
 - anch’io scrivo per divertirmi-
                             
Vincenzo D’Ascanio 15 marzo 2008
                                                                      

La prefazione di un libro ha spesso una funzione  metaletteraria, ovvero raccontare la storia del romanzo dalla genesi alla stesura finale. Si tratta di inserire una lente, un filtro che preservi il lettore da un inizio ex abrupto, un salvagente che gli permetta di galleggiare per qualche istante, prima di immergersi nella narrazione. Sfortunatamente, le motivazioni che hanno spinto l’autore a scrivere il suo romanzo mi sono sconosciute, di contro conosco bene la storia di come questo testo si è trasformato in libro.

“Valeria e le cattive compagnie”, è infatti il vincitore della prima edizione del Premio letterario Città di Dolianova, un concorso ideato per i scrittori emergenti, che non sempre riescono ad affermarsi attraverso i canali tradizionali. Lungi dal volersi improvvisare dei talent scouts, l’amministrazione comunale, grazie all’ausilio di una giuria, ha cercato di portare all’attenzione di qualche casa editrice sensibile gli scritti di alcuni autori esordienti e dopo aver terminato la lettura dell’opera di Vincenzo, non mi è difficile comprendere perché la Commissione l’abbia scelta.
  
Il libro, presenta la classica struttura circolare, all’interno della quale sia apre un lunghissimo    flashback che ripercorre gli anni giovanili del protagonista, caratterizzati dall’amore per Valeria e dalla passione politica, due elementi che lo accompagneranno nel passaggio dall’adolescenza all’adulta. Il tema del passaggio, o per meglio dire del cammino, segna la traiettoria percorsa dal racconto, e lo stesso viaggio, intrapreso da Lorenzo dai suoi amici a bordo di una roulotte, non è altro che la metafora del tragitto che ciascun personaggio dovrà compiere per ritrovare se stesso.

Gli ambienti cagliaritani, il Bastione, il mercato di via Quirra ed il quartiere San Michele, vengono sapientemente descritti attraverso le persone che li abitano, lo stesso accade con il collettivo studentesco e con il circolo del partito, dove Lorenzo incontrerà i suoi compagni di ventura. Dal  finestrino della roulotte, che attraversa la Sardegna da un capo all’altro, scorrono le immagini di paesaggi piuttosto variegati, espressione di un territorio rurale, segnato dalla povertà e dalla arretratezza, in netto contrasto con la vivacità della vita cittadina.  Non mancano infine i riferimenti agli eventi più recenti della storia d’Italia: il G8 di Genova e quello dell’Aquila, irrompono nella storia narrata e nelle vite dei protagonisti, ancorandoli fortemente all’attualità.

Un romanzo avvincente e ben costruito, un autore giovane, ma già capace di affascinare con il suo racconto, un piccolo gioiello che abbiamo cercato di valorizzare con il nostro concorso letterario, una goccia nel mare, un piccolo passo in una lunga strada.  
                                                                       
Contributo di Betty Cara, (Assessore alla Pubblica Istruzione e  Cultura "Comune di Dolianova", amministrazione banditrice del concorso letterario).                                       

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